La scoperta del tè - Click Café

La scoperta del tè

Il mistero dell’origine del tè e della sua scoperta ci viene narrato attraverso numerosi aneddoti e leggende. Qui ve ne proponiamo due molto famose, una cinese e l’altra indiana: scopriamole insieme!

C’erano una volta un indiano e un cinese…no aspettate, non è una barzelletta, questi popoli sono legati da due diverse leggende riguardanti la scoperta del tè.
Dopo aver parlato di alcuni tè specifici come il Mini Tuo Cha, il Milky Oolong e il Genmaicha, oggi andiamo ad indagare sulle origini del tè.

La leggenda indiana

La leggenda indiana narra che il principe Bodidharma, aveva deciso che durante i suoi 7 anni di meditazione non doveva dormire. Ora, vorrei capire cosa meditava dopo 7 anni da sveglio, visto che io, dopo i primi 7 minuti sul divano, l’unica cosa che medito è se vale la pena di alzarmi per andare a letto o appisolarmi lì.
Ma tralasciando questo piccolo particolare, ad un certo punto al 6 anno e 357 giorni, il principe ebbe un cedimento della palpebra, nel senso che lo sentirono russare a distanza di 7 villaggi.
E grazie al…principe, direte voi, però lui ci resto così male che decise di strapparsi le palpebre e le buttò in terra. In quel punto, nacque una bella piantina, dalle cui foglie si ricavava una bevanda meravigliosa, che riusciva a tenere svegli durante le lunghe meditazioni.

La leggenda cinese

Per i cinesi, la scoperta del tè è da attribuire all’imperatore Chen Nung, detto anche Divino Mietitore o disperate housewife 1.0. Si, perchè l’imperatore era così fissato con l’igiene e la pulizia da bere lui stesso e costringere tutti i suoi sudditi a consumare solo acqua bollita.

Un giorno, mentre era seduto sotto un albero con il suo bicchiere in mano, una leggera brezza fece cadere una foglia dentro . La bevanda che si ottenne aveva un invitante color oro ed era gradevole di sapore. Tutti i sudditi furono grati a quella folata di vento.

All’inizio le foglie ricavate dalla Camelia Sinesis (la pianta del tè) si chiamavano TU. Ora capirete che, in una società fortemente gerarchica come quella del 500 d. c., se a un sottomesso veniva detto: “Ehi dammi del TU!” e questi a un certo punto trattava il padrone come se fossero amici di birra e noccioline, volavano più teste che tazzine, si ebbe l’esigenza di cambiare il nome da TU a TE’.

L’arrivo del tè in Occidente

Il chai-catai o tè della Cina fa il suo ingresso in Europa, la prima volta, a Venezia nel 1559.

Nel suo libro «Viaggi e crociere» del 1588, il veneziano G.B. Ramusio ce lo fa conoscere chiamandolo così.

Successivamente, nel 1610 finalmente approda a Londra con l’arrivo di una nave della Compagnia delle Indie Orientali, dove navigatori portoghesi e olandesi avevano stabilito e dato sviluppo a vari commerci.

Pochi anni dopo questa bevanda arriva anche in Russia nel 1618 e a Parigi nel 1636. In Francia questa bevanda venne introdotta dapprima nell’alta società, che la rese un rituale di farne una moda.

Il re Sole, Luigi XIV di Borbone, diede un grande impulso alla diffusione del tè, utilizzando in pubblico un servizio da tè in oro, lanciando così una moda divulgata poi dal Mercure nel luglio del 1689 con un’illustrazione raffigurante il duca d’Orléans mentre beve il famoso tè cinese.

Ad oggi si conoscono 81 varietà di Camelia Sinesis, di cui 5 impiegate per la coltura del tè. Le varie qualità ottenute, differiscono per luogo di coltivazione, essiccazione, tipo di miscela e lavorazione. Ma questa è un’ altra storia…
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FONTI:
http://www.teatime.it/storia.htm
http://www.focus.it/ambiente/natura/quante-varieta-di-te-esistono

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